Regionale

  1. Il Piano sanitario e sociale integrato regionale ed i relativi strumenti di attuazione
  2. Gli atti di programmazione di area vasta
  3. Gli atti della programmazione della rete pediatrica regionale
  4. L’atto regionale di definizione delle linee annuali di programmazione e individuazione degli obiettivi

Lo strumento principale di programmazione è costituito quindi dal Piano sanitario e sociale integrato regionale quale “strumento diprogrammazione intersettoriale con il quale la Regione, nell’ambito del Programma Regionale di Sviluppo, definisce gli obiettivi sanitari e sociali integrati in relazione ai bisogni assistenziali della popolazione rilevati dagli strumenti di valutazione e monitoraggio della programmazione sanitaria e sociale integrata…” (art. 18 L.R. 40/2005)

L’art. 19, secondo comma della L.R. 41/2005, ne declina i contenuti, separandoli per le politiche sanitarie e per le politiche sociali.

Per le politiche sanitarie il Piano ha il compito di definire:

  1. I livelli uniformi ed essenziali di assistenza, quali prestazioni da garantire in termini di equità a tutti gli assistiti, definiti sulla base di indicatori epidemiologici, clinici ed assistenziali;
  2. I criteri di riparto delle risorse finanziarie tra le aziende unità sanitarie locali e,per ciascuna azienda unità sanitaria locale, tra le zone-distretto;
  3. I criteri di quantificazione ed impiego delle risorse finanziarie destinate alla copertura di specifici fabbisogni per attività di alta qualificazione, per specifici programmi individuati dagli strumenti di programmazione regionale, per il funzionamento di enti, aziende o organismi regionali operanti nel settore sanitario, per il sostegno degli investimenti per la manutenzione e il rinnovo del patrimonio delle aziende sanitarie regionali;
  4. Gli indirizzi per la valorizzazione e qualificazione dell’assistenza nelle zone insularie montane e le risorse regionali ad esse destinate;
  5. Gli eventuali vincoli di utilizzo delle risorse da parte delle aziende unità sanitarie locali, con particolare riferimento a quelle impiegate nella prevenzione;
  6. Le azioni programmate di rilievo regionale e i progetti obiettivo, da realizzare trami tele società della salute e, laddove non costituite, in collaborazionecon gli enti locali;
  7. I criteri per la elaborazione dei piani di area vasta e per la definizione di intese ed accordi tra aziende , di cui all’articolo 8, comma 4 e per la disciplina della contrattazione con i soggetti privati accreditati;
  8. Le direttive relative alla organizzazione delle aziende sanitarie;
  9.  bis) i criteri e le modalità per la costituzione di società, interamente partecipate dalle aziende sanitarie, finalizzate alla realizzazione delle strutture ed alla valorizzazione del patrimonio immobiliare;
  10. I criteri e le modalità di determinazione delle tariffe anche in relazione alle diverse tipologie di soggetti erogatori;
  11. Gli strumenti perl’integrazione delle medicine complementari negli interventi per la salute.

Per le politiche sociali il Piano ha il compito di definire:

  • Gli obiettivi di benessere sociale da perseguire, con riferimento alle politiche sociali integrate di cui al titolo quinto della l.r. 41/2005 ;
  • Le caratteristiche quantitative e qualitative dei servizi e degli interventi atte ad assicurare i livelli essenziali delle prestazioni di cui all' articolo 4 della l.r. 41/2005 ;
  • Le priorità di intervento relative ai soggetti di cui all' articolo 7, comma 6 dellal.r. 41/2005 nonché le sperimentazioni e gli interventi di cui all'articolo 14 della medesima legge;
  • Gli indirizzi generali da utilizzare per determinare il concorso degli utenti al costo delle prestazioni;
  • Le modalità di ripartizione alle società della salute e, laddove non costituite,agli enti locali, in ambito zonale, delle risorse destinate dal bilancio regionale al finanziamento della rete locale dei servizi,sulla base di parametri oggettivi rilevati in relazione ai seguenti elementi:
  1. Livelli essenzialidelle prestazioni sociali;
  2. Dimensione degliinterventi e dei servizi in atto;
  3. Bisogni di assistenza;
  4. Situazione demograficae territoriale delle diverse zone.
  • Le misure e le azioni prioritarie da prevedere in favore dei comuni in maggiore situazione di disagio, ai sensi della normativa regionale vigente;
  • I criteri di accesso al fondo sociale regionale di solidarietà interistituzionale di cuiall' articolo 46 della l.r. 41/2005 ;
  • Gli interventi innovativi, di ricerca e di sperimentazione, di interesse regionale;
  • Le iniziative di comunicazione sociale e di sensibilizzazione finalizzate alla prevenzione del disagio e della esclusione sociale;

Data Ultima Modifica:
16 Gennaio 2017